eterna.
“Mi rivedo con Picasso mentre tornavamo di notte dall’Albergo Minerva, dove alloggiavano le ballerine russe, al nostro albergo in Piazza del Popolo. Preferivamo la Roma al chiaro di luna perché di notte si vede come è fatta una città.”
Jean Cocteau aveva ragione. Di notte a Roma si sta meglio, meglio che di giorno dove anche gli abitanti appaiono turisti, turisti fra i turisti, overdose di persone, schiacciate dalle auto, dalle macchine fotografiche e dai sorrisi cortesi. Si sta meglio passeggiando sul lungo Tevere, dopo una cena “tipica” alla Fraschetta, dopo il vino dei Castelli e l’Amaro del Capo. Roma si risveglia, silente, vedi i secoli che gli sono passati sopra, che la sfiorano, che la fanno andare avanti, vedi quello che era, lo immagini, immagini quello che è stata per molti, chi la storia l’ha fatta per davvero. Se ne frega di quello che era, ci ripensa poi, si espone, si fa guardare Roma, come una bella donna, come una puttana usata e abbandonata, rovinata ma consapevole, lo fa apposta, le piace piacere. Ora Roma è sola con i suoi monumenti accompagnati da tiepide luci, convive con i ladri ed i nostri voti, non si spaventa più di nulla, sopravvive, finchè arte e bellezza le daranno rifugio, finchè memoria sarà resa visibile.
Minolta XD7 + Kodak Portra 400, Kodak Gold 200, Kodak T-Max 400.
Attento, sensibile, crudo ed erudito… La parte B&W è qualcosa di magnifico, che resa quel T-MAX. Mi è piaciuta anche l’evanescenza della parte color, ricordi di mio o tuo padre! Mitici anni ’70 ma quarant’anni dopo. Bravo Bro.