della luce, dell’amore.

BLOT-000989270024

Ieri è stata una bella serata, viva, fatta di musica adatta, candele, tabacco e whisky scozzese. Le seguenti parole come conseguenza, pensata. Dare delle risposte talvolta è difficile, in questo periodo storico lo è ancora di più. Per i credenti è difficile trovarle, per chi dalla fede è lontano forse lo è ancora di più, o non lo è affatto. Siamo saturi di ingiustizie, lontane, vicine, di qualsiasi tipo e forma. Abbiamo tutto però, per vederle. Ma chiudere gli occhi è più facile, e poi tra poco arriva il Natale. Tutto passa. Quando ho guardato le foto della Svezia mi sono chiesto del perché di quella luce, quella che in alcune foto appare, sottolinea e cancella in altre, particolari, importanti o meno, come le domande. In quei giorni ero con i miei migliori amici, si, esistono ancora i migliori amici, lontano da Facebook, lontano da casa, non me ne vogliate ma per degli attimi avrei voluto fermarmi, su quelle isole fiabesche nel mezzo del nulla, perdermi nei pensieri, avere un buon libro, perché poi i migliori viaggi sono quelli, quelli tra le pagine, quelli che si fanno da soli, da casa, sul treno, dal cuore. Amici, la Svezia è quella lì, il mondo è quello lì, quello fuori dalle guide, dalle mappe, quello che ci piace a me. La soggettività regala. L’obbligo toglie. Luce, ora sò perché in quei giorni apparivi sulla pellicola. La manifestazione delle cose richiede del tempo, la concessione è un privilegio. Perché il tempo se ne fotte e noi siamo sempre lì a rincorrerlo, a sfruttarlo. Pausa. La pellicola richiede tempo, vuol essere accarezzata, caricata, immersa. L’amore richiede tempo, per manifestarsi. La lontananza mi ha aiutato. Lassù, lontano ho iniziato a scriverti, ad aspettare la luce sul piccolo schermo che ci avvicinava, un messaggio dopo l’altro. Ad immaginare. Di luce, di amore. Ora il bicchiere è vuoto, il posacenere pieno e la distanza è diminuita. Fra le note di Francesco chiudo gli occhi.

“Vedi cara, certe volte sono in cielo come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà. Vedi cara certi giorni sono un anno, certe frasi sono un niente che non serve più sentire.”

Minolta XD7 + Kodak Ektar 100 + Fuji Provia 400X + Fuji Superia 400

1 commento
  1. Frank ha detto:

    Le parole, che danno vita alle frasi, che fanno parlare i pensieri, non si possono toccare ma possono toccare. Il turbinare di pensieri da te espressi nato dalla calma di una natura senza tempo avvolge il lettore. La luce, nel mondo, è un di più tanto forte quanto fragile poichè la condizione normale dell’universo è l’oscurità che troppo spesso ci ostiniamo a combattere anziché comprenderla e goderne. Bravo bro!

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: